GIORNO 4
Il quarto giorno in Iran inizia all’insegna del traffico! Impossibile raggiungere l’ingresso della fiera in auto. Raggiunte le vicinanze dell’esibizione, l’autista ci lascia a bordo strada e proseguiamo a piedi, sotto il sole. Sicuramente ci metteremo meno! Entrando in fiera, notiamo anche una curiosa motoretta: è molto simile a una Vespa, e addirittura c’è il tricolore sul parafango. Il marchio, però, è sconosciuto e decisamente locale…
Per noi è un giorno importante: c’è la firma del contratto di collaborazione tra noi e il museo della NIOC. Un momento istituzionale e prestigioso in cui, circondati dai fotografi, Mr. Hossein Shameli, il manager della compagnia ci omaggia di alcuni splendidi doni: due prodotti dell’artigianato iraniano e un bel libro, dedicato alla storia del polo in Iran.
Nel resto della giornata, ci sono qualche incontro interessante e molti curiosi che si fermano allo stand a chiedere informazioni. A parte qualche abito locale, l’atmosfera in fiera non è “esotica” come la città. Sono tutti in giacca e camicia, e – lingua a parte – potremmo trovarci in una fiera in qualunque parte del mondo.
Alle 3 usciamo in anticipo, per poter visitare il museo del tappeto persiano (che oggi è aperto). Del resto, i tappeti sono una delle eccellenze di questo Paese! L’autista ci accompagna prima in albergo, in un viaggio caratterizzato dal solito traffico. In auto, ci offre degli strani frutti (si chiamano “pomodori verdi”, ci spiega Ida): sembrano quasi delle prugnette, sono molto succose ma il gusto è quasi salato. Sicuramente, un prodotto particolare! Viaggiando per le strade di Teheran, scopriamo che anche qui esistono app simili ai nostri Uber e Deliveroo… e chi l’avrebbe detto?
Dopo esserci rinfrescati in hotel, raggiungiamo a piedi il museo, ripercorrendo la strada di qualche giorno fa. Per la verità, prima capitiamo in alcuni negozi di tappeti. Uno è quasi esso stesso un museo, con tappeti incorniciati a mo’ di quadri che riproducono vedute e scene dell’Europa sette-ottocentesca. Saputo che siamo italiani, il venditore ci tiene a mostrarci alcuni dei suoi capolavori, che raffigurano i canali di Venezia. Nicolò compra anche un piccolo tappeto, che gli costa qualche decina delle svalutate banconote locali.
Visitiamo quindi il museo, che raccoglie dei veri e propri capolavori, con tappeti dai disegni incredibili che vanno dal Seicento al Novecento. In alcuni riconosciamo perfino la raffigurazione di alcuni personaggi noti: Napoleone, Shakespeare, e forse Luigi XIV.
Torniamo in albergo passando dal parco. Oggi è giovedì, primo giorno del weekend iraniano, ed è pieno di gente. Ragazzini che giocano a calcio, persone sdraiate nell’erba, perfino qualcuno che si cimenta come equilibrista. Entriamo anche in un piccolo mercato tipico, con negozi e bancarelle che catturano la nostra immaginazione.
Rientriamo in albergo aspettando Ida per la cena. Dalla finestra, si sente un suonatore di flauto che sovrasta il rumore delle auto suonando melodie di musica classica. Anche stasera, Ida ha scelto un posto speciale per cenare. Un altro locale situato in un caseggiato tradizionale. Gustiamo una specialità di pesce tipica del sud dell’Iran, mangiando in un’atmosfera magica accanto alla fontana al centro del cortile.
Torniamo in albergo, ma fatichiamo a prendere sonno. La squadra di calcio locale ha vinto la partita, e le dolci note del suonatore di flauto sono state sostituite da clacson e trombe: i tifosi stanno festeggiando, e il rumore si protrae fino a tardi. Ma va bene così. Del resto, in questo gli iraniani sono molto simili agli italiani! Leggi la puntata 5!
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Marco Mocchetti