Jean Borotra – Il tennista che costruiva distributori (e che difese un castello assediato)

Agli appassionati di storia sportiva, forse il nome di Jean Borotra potrà risultare familiare. Francese, nato nel 1898, Borotra fu infatti un noto tennista nel corso degli anni ’20 e ’30. Partecipò con successo a numerosi tornei prestigiosi, come gli Australian Open e Wimbledon, vincendo anche una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi del 1924.

Ma cosa c’entra il tennis con le pompe di benzina? E perché Borotra partecipò ad una delle battaglie più bizzarre della Seconda Guerra Mondiale? Scopriamolo insieme!

La scoperta del tennis e la Grande Guerra

Borotra scoprì la sua vera passione, il tennis all’età di 14 anni, mettendosi presto in mostra per le sue grandi qualità. Diventato maggiorenne, si arruolò volontario durante la Prima Guerra Mondiale, venendo decorato con la Croix de guerre.

Dopo il conflitto, intraprese la sua brillante carriera sportiva, battendo nel 1921 André Gobert, uno dei migliori tennisti francesi dell’epoca.

Vinse i tornei di Wimbledon nel 1924 e 1926 e il Roland-Garros nel 1924 e nel 1931, nonché gli Australian Open nel 1928, ottenendo anche un bronzo olimpico a Parigi.

Era considerato uno dei “Quattro moschettieri” del tennis francese, assieme a Jacques Brugnon, Henri Cochet e René Lacoste.

Continuò a giocare per tutti gli anni ’30, ritirandosi dalle competizioni alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Ritornò brevemente in attività dopo la guerra partecipando ad alcuni tornei, tra cui la Coppa Davis nel 1947, e giocò la sua ultima partita competitiva negli anni ’80, a 87 anni.

Dal tennis alla benzina

Borotra, tuttavia, non fu solo un prolifico sportivo. Parallelamente alla sua carriera nel tennis, egli fu infatti un abile dirigente d’azienda.

Nel 1924 fu assunto come tecnico commerciale dalla francese SATAM (Société Anonyme Pour Tous Appareillages Mécaniques), società attiva nella produzione di distributori di benzina venduti in tutta Europa e leader europeo nel 1930. Borotra fece rapidamente carriera, diventando amministratore dell’azienda dal 1933 al 1976.

Borotra diresse l’impresa per oltre 30 anni, favorendone lo sviluppo e rinsaldando i legami con Alexandre Giros, industriale fondatore del gruppo SGE (che controllava, oltre a SATAM, la Union française de crédit pour le commerce et l’industrie). Inviò infatti il figlio di Alexandre, François, a dirigere la Avery-Hardoll, produttrice britannica di pompe di benzina filiale della SATAM.

Oltre che per il fabbricante di distirubtori, Bototra lavorò, sempre come dirigente, anche per la Union française de crédit (la stessa di proprietà di Giros) e, negli anni ’50, per la casa automobilistica Hotchkiss-Delahaye.

La sua fama di sportivo gli fu utile anche nella gestione degli affari e nella sua attività politica. Ebbe modo, ad esempio, di giocare partite contro il re di Svezia o l’ex sovrano del Portogallo, che (molto diplomaticamente) riuscirono a battere il campionissimo.

La controversa esperienza politica

Da sempre vicino ad idee nazionaliste, Borotra dimostrò una certa simpatia per i regimi fascisti dei paesi confinanti con la Francia, arrivando nel 1935 ad iscriversi al Partito Sociale Francese, organizzazione politica di stampo conservatore.

Impegnato contro l’invasione tedesca della Francia, Borotra aderì poi al governo collaborazionista di Vichy, diventando Ministro dello Sport per il maresciallo Pétain.

Seppur ministro di un regime collaborazionista, Borotra mostrò di non condividere appieno le idee antisemite propagandate dai nazisti. Si dedicò piuttosto alla promozione e alla diffusione dello sport, soprattutto quello amatoriale, pur combattendo apertamente contro alcune federazioni sportive considerate di sinistra.

Nonostante alcune prese di posizione controverse, Borotra riuscì – durante il suo ministero – ad ottenere un aumento del bilancio destinato allo sport, e a far aumentare gli orari sportivi nelle scuole.

Rimosso dall’incarico nel 1942, Borotra cercò poi di fuggire dalla Francia dopo la completa occupazione tedesca del Paese, venendo arrestato dalla Gestapo nel novembre 1942 e deportato in Germania. Fu infine trasferito nel castello di Itter, in Tirolo, dove erano detenute altre alte personalità politiche e militari francesi.

Il trasferimento fu accordato su intercessione di re Gustavo V di Svezia, appassionato tennista che, come accennato, era riuscito a battere Borotra in una delle sue partite “diplomatiche”.

La prigionia e la battaglia del Castello di Itter

Fu proprio nell’ottocentesco castello austriaco che si tenne una delle battaglie più insolite di sempre. L’unica della Seconda Guerra Mondiale che vide statunitensi e tedeschi come alleati!

Era il 5 maggio 1945 (Hitler era morto il 30 aprile) e la guerra volgeva ormai al termine. Lo strano combattimento vedeva schierata un’ultima divisione di fedelissimi delle SS contro le personalità francesi prigioniere del castello (tra cui, appunto Borotra, gli ex Primi Ministri Daladier e Reynaud e perfino la sorella di De Gaulle), un distaccamento di soldati americani e un gruppo di soldati antinazisti della Wehrmacht.

Ecco cosa accadde. Il 2 maggio, un membro della resistenza jugoslava detenuto nel castello era riuscito a fuggire verso Innsbruck, dove poté chiedere l’aiuto delle forze occupanti statunitensi. Questi accordarono l’invio di truppe, assieme all’unità tedesca guidata dal maggiore Gangl, antinazista che si era da poco arreso agli americani con i suoi uomini.

Il comandante nazista del castello era poi fuggito il 4 maggio, permettendo ai prigionieri di prendere il controllo dell’edificio e di armarsi con le risorse abbandonate dai tedeschi. Nel frattempo, una piccola forza costituita da 14 americani, 10 tedeschi, due carri armati e una Volkswagen era partita alla volta del castello, per rafforzarne le difese.

La mattina del 5 maggio un piccolo gruppo di SS diede l’assalto al maniero, riuscendo anche a distruggere uno dei carri americani. La resistenza degli occupanti e l’arrivo di nuovi rinforzi permisero di sconfiggere gli assedianti, in una battaglia surreale, dal sapore quasi medievale. Durante lo scontro, lo stesso Borotra riuscì ad uscire dal castello aggirando le forze nemiche, al fine di richiedere – con successo – ulteriori rinforzi.

Dopo la guerra, Borotra riprese i suoi impegni alla guida della SATAM e nel campo sportivo, lavorando inoltre come consigliere di De Gaulle in materia di sport negli anni ’60.

Borotra abbandonò l’azienda nel 1976 e morì nel 1994, all’età di 96 anni. Il marchio SATAM sopravviverà di pochi anni al suo storico dirigente, scomparendo dopo l’acquisizione da parte della Tokheim del 1996.

Marco Mocchetti

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