Tra le opere d’arte contemporanea conservate al Museo Fisogni, ve n’è una di Giuliano Nistri particolarmente degna di nota.
Realizzata a tempera su cartone, è un originale di copertina del 1975 disegnato per un numero del periodico politico e culturale Il Borghese. L’insolito disegno ritrae una simpatica mucca con la scritta “Esso”, mentre le mammelle riportano il nome dei principali partiti politici italiano dell’epoca: DC, PSI, PCI. Il titolo, “Al vostro servizio”, fa evidente riferimento alle stazioni di rifornimento.
Il disegno ha chiaramente un intento satirico, ed è un esplicito riferimento al cosiddetto “scandalo dei petroli” che occupò le prime pagine dei giornali nel 1974-75.
Nel febbraio 1974, difatti, diversi membri di spicco dei partiti di governo (DC, PSI, PSDI e PRI) furono indagati per aver ricevuto denaro per favorire una politica energetica anti-nucleare dall’Enel e altre imprese. Tra le aziende accusare di aver pagato gli esponenti politici vi erano anche diverse società petrolifere.
Tra le società coinvolte nello scandalo non vi era solo la Esso tirata in ballo dalla vignetta di Nistri. Secondo i giornali dell’epoca, c’erano anche Total, Chevron, Fina, Gulf, Amoco, Mobil e Garrone. In effetti, molte compagnie americane ammettevano di avere effettuato “versamenti all’estero per scopi politici”, come scriveva il Corriere della Sera. Tra i paesi coinvolti, ovviamente, vi era anche l’Italia, dove del resto finanziare i partiti politici era da molti considerata una pratica perfettamente legale. I dirigenti delle società coinvolte, secondo il quotidiano, “negano ogni corruzione e alcuni di loro difendono i versamenti ai partiti politici locali, aggiungendo: Noi proteggiamo la democrazia”.
Citando il Wall Street Journal, il Corriere spiegava come chi non effettuasse pagamenti a scopo politico “finisce in una lista nera ed allora si è nei guai se si vogliono ottenere permessi governativi”. I politici coinvolti, dal canto loro, nel 1975 negavano “che vi sia stato alcun collegamento fra le sovvenzioni date dalle società petrolifere ai partiti […] e i provvedimenti con i quali furono concessi sgravi e facilitazioni fiscali”.
Nonostante le rassicurazioni, il mondo economico e politico e italiano rimase in fermento per diverso tempo. Lo “scandalo dei petroli” divenne oggetto anche di satira politica, come testimonia l’opera di Nistri conservata al Museo Fisogni.
L’inchiesta, in ogni caso, si concluse in un nulla di fatto, con l’assoluzione delle personalità coinvolte e la caduta di tutte le accuse.