BP e le donne: lo “Scudo verde” in “rosa”

In passato, le maggiori società petrolifere organizzavano numerose manifestazioni automobilistiche in tutto il mondo. Si andava da vere e proprie competizioni motoristiche a coppe e tornei di varia natura, che incontravano sempre il nutrito interesse del grande pubblico.

Tra le più note (e internazionali) vi era ad esempio la Mobil Economy Run, che premiava le vetture con i minori consumi di carburante; oppure il Trofeo Supercortemaggiore, una gara di regolarità indetta in Italia dall’Agip negli anni ’50 e ‘60.

Tra le più interessanti, però, vi erano forse le competizioni femminili organizzate in Italia dalla BP, attivissima nel nostro paese con varie iniziative.

Del resto, con l’avvento della motorizzazione di massa l’automobile cessava di essere un privilegio delle classi agiate (e degli uomini): “le donne al volante sono ormai una realtà che si impone all’attenzione di tutti”, esordiva un articolo del 1967 de “Lo Scudo BP” – la rivista aziendale della compagnia (conservata al Museo Fisogni) – e la mutata sensibilità verso questo tema era palpabile nelle varie manifestazioni dedicate al “gentil sesso”.

Un “Volante d’Oro per la donna che guida”

Negli anni ‘60, il gruppo britannico aveva preso a cuore la causa della motorizzazione femminile, sostenendo il “Volante d’Oro”, manifestazione dell’ACI riservata alle donne. Questa gara, che premiava il rispetto delle norme del Codice della Strada, era composta da un misto di prove, tra gare di regolarità e parti in autodromo, ed era considerata come “un’azione di massa per l’educazione di chi guida”.

L’iscrizione era gratuita (con l’eccezione di una tassa da 5.000 L.), e allettanti erano i premi in palio; fra questi figuravano viaggi (specialmente a Beirut, meta molto gettonata all’epoca), autoradio, assicurazioni, elettrodomestici, borse, valigie e molto altro! Nel 1966 la vincitrice nella classifica assoluta si aggiudicava addirittura una fiammante Fiat 1500 con polizza furto e incendio, un viaggio a Parigi e, ovviamente, il trofeo “Volante d’Oro”. Alla seconda e alla terza classificata andavano invece delle Fiat 850, rispettivamente coupé e berlina.

Per accedere alla competizione bisognava superare una prima “prova di selezione”, composta sia da test teorici “effettuati a mezzo di schede-quiz”, sia da una valutazione da parte di Vigili e Polizia Stradale, effettuata sulla base di “eventuali contestazioni di contravvenzioni alle norme di circolazione”… Insomma, le multe ricevute! A passare alla fase successiva, organizzata su base provinciale, sarebbero state “le prime 3.000 concorrenti” della graduatoria. I punti di controlli per la provincia di Varese erano situati nel capoluogo e a Busto Arsizio, Gallarate e Saronno. Seguivano quindi le “prove interregionali” (le migliori 1.000 concorrenti delle prove interprovinciali) e la Finale, con le migliori 100 guidatrici.

La manifestazione era utile “al pubblico femminile” non solo in chiave educativa, “per prendere conoscenza delle proprie capacità di guida, di disciplina, di rispetto alle norme del Codice della Strada”; ma era anche fondamentale per “creare un nucleo di guidatrici scelte in grado di mostrare una notevole capacità agonistica”.

L’edizione 1967, la terza, era sostenuta dalla BP e dalla Fiat; iniziò in aprile, con partecipanti da tutta Italia, concludendosi a settembre all’Autodromo di Monza.

Quello stesso anno, a Madonna di Campiglio e Cervinia, fu organizzato anche “un corso specializzato di scuola guida, destinato ad addestrare le automobiliste alle difficoltà della guida su strade nevose o ghiacciate”. L’evento, tenutosi il giorno dell’Epifania, era sponsorizzato – oltre che dalla BP – dal settimanale “Gioia” (storica rivista femminile scomparsa pochi anni fa) e da ACI Milano.

Il Trofeo di Regolarità Femminile

Sempre nell’ambito della motorizzazione delle donne italiane, la BP sosteneva anche il “Trofeo Femminile della Regolarità”, la prima “manifestazione automobilistica riservata a equipaggi esclusivamente femminili” nata nel 1967. I premi in palio, offerti da BP, Alfa Romeo e Autoclub “Annabella”, ammontavano complessivamente a 800.000 lire! L’interesse della compagnia britannica “per questa prima manifestazione di automobilismo sportivo dedicata alle donne” – spiegava un articolo – “deriva direttamente dalle positive esperienze fatte attraverso il Volante d’Oro”. Il trofeo, in effetti, era promosso dal “Comitato Permanente per la Donna che Guida” dell’ACI, “nato proprio in seguito ai risultati” dell’altra manifestazione.

La competizione fu sin da subito agguerrita ed emozionante! La prima tappa, tenutasi in gennaio al Sestriere, fu vinta da Anna Paola Borghesio, figlia di un rallysta e già vincitrice del Volante d’Oro 1966, davanti alla milanese Maria Cervini Gervasini. Buoni risultati anche per la signora Gisella Piva, “che gestisce un chiosco BP”, che si aggiudicò una coppa. A premiare le più brave ci pensò il noto attore Raf Vallone.

Le successive tre prove si sarebbero svolte nel corso dell’anno; la seconda tappa fu a Chianciano, vinta nuovamente dalla Borghesio davanti alla Gervasini. Si andò poi a Taranto, il 25 giugno, per la Coppa dello Jonio, andata alla “giornalista pubblicista di Viterbo, Anna Maria Balducci su Alfa Romeo Giulia GT Junior”. Dietro di lei di nuovo seconda la Gervasini, mentre giunse solo decima Anna Paola Borghesio, la cui vittoria “che fino ad oggi pareva certa, è rimessa in discussione”. Anche il “Corriere della Sera” commentava l’inatteso colpo di scena, con l’eloquente titolo: “E’ caduto l’idolo Anna Paola”.

L’ultima prova si svolse a Cortina in settembre. L’archivio del Museo Fisogni purtroppo non conserva il numero de “Lo Scudo BP” di quel mese, ma i risultati della prova sono riportati sul “Corriere”. Le concorrenti, arrivate “con mariti e figli” alla finalissima di questo “Volante d’Oro numero due”, si diedero nuovamente battaglia. Le favorite per la vittoria finale erano “la superspecialista” Borghesio e “la sua eterna avversaria Anna Maria Balducci”. Se la tappa fu vinta da Maria Cervini, fu “la solita Borghesio” ad aggiudicarsi il Trofeo, bissando il successo dell’anno precedente al Volante d’Oro e dimostrando di meritarsi appieno l’appellativo di “fuoriclasse in gonnella”.

Donne al volante, pregiudizio costante?

Se negli anni del “boom” le donne divennero finalmente protagoniste sulla strada, non cessarono però i pregiudizi legati a questa tematica.

Erano trascorsi 60 anni dalla prima italiana patentata (la signora Ernestina Prola, nel 1907), proliferavano le iniziative come il “Volante d’Oro”, eppure gli stereotipi sopravvivevano ancora, arrivando fino ad oggi.

Per decenni, insomma, è apparso molto difficile “smentire il vecchio luogo comune secondo il quale il gentil sesso e il volante non andrebbero d’accordo”, che già un cinegiornale del 1965 – dedicato proprio al Volante d’Oro – considerava antiquato.

È proprio partendo da queste riflessioni che nel 2022 Elisabetta Cozzi – presidente dello splendido Museo Fratelli Cozzi di Legnano, e fondatrice del movimento “Woman in power”, ha ideato la mostra “Donne e motori? Gioie e basta!“, una suggestiva esposizione fotografica per combattere i luoghi comuni. 20 donne, 20 protagoniste immortalate al volante dei gioielli dell’Alfa Romeo, per testimoniare l’arretratezza dei luoghi comuni, con l’intento di raggiungere (finalmente) “una vera e autentica parità”, sulla strada e fuori.

La mostra sarà riproposta anche al Museo Fisogni, nell’ambito della Italian Motor Week promossa da ANCI Città dei Motori, dal 19 al 21 aprile .

Marco Mocchetti

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