Tra le varie mascotte delle società petrolifere, una delle più note oltreoceano è “Dino”, il dinosauro creato dalla Sinclair Oil nel 1930.
Figlio di un’epoca in cui si credeva che il petrolio derivasse dagli antichi rettili preistorici (teoria oggi ampiamente superata), “Dino” non si limitava a fare bella mostra di sé sulle pubblicità della compagnia, ma fu il protagonista di una serie di eventi e fiere itineranti negli Stati Uniti, degne del miglior Jurassic Park!
Le fiere degli anni ‘30
Il brontosauro (o meglio, Apatosauro) verde esordì – assieme ad altri dinosauri – nel 1930, ma la sua prima spettacolare apparizione la fece nel 1933, all’Expo di Chicago, in una mostra dedicata ai giganti preistorici. I modelli erano realizzati da P.G. Alen, noto per aver creato animali in cartapesta per i film dell’epoca.
“Dino” era adorato dai bambini e attirava la curiosità degli adulti, e forse fu anche grazie a lui che gli americani si dimenticarono degli scandali di corruzione che avevano travolto la compagnia negli anni ’20.
La mostra fu riproposta nel 1936 alla Texas Centennial Exposition, attirando folle di curiosi. All’Expo di New York, nel 1939, “Dino” si presentò con un nuovo, maestoso modello, lungo 70 piedi (circa 21 metri), che seppe affascinare i visitatori di tutto il mondo assieme ad altri esemplari (fra cui un T-Rex) ugualmente imponenti.
L’esposizione del 1964
L’evento più emozionante, però fu certamente “Dinoland”, la curiosa e divertente attrazione della Sinclair per l’Expo di New York del 1964.
Per l’occasione, la compagnia rinnovò il suo “cast” preistorico, rivolgendosi al noto scultore Louis Paul Jonas, che realizzò nove imponenti dinosauri in fibra di vetro: tra loro, un T-Rex, un triceratopo, uno stegosauro e, ovviamente, il mitico Dino, il gigantesco apatosauro simbolo della società.
La loro realizzazione comportò tre anni di duro lavoro e una spesa di 250.000 $, anche perché alcuni di questi possenti rettili erano dotati di una moderna e accurata animatronica, che permetteva loro di muoversi in maniera realistica.
Dinosauri sul fiume!
L’arrivo dei dinosauri alla fiera, dove fu allestito un vero e proprio parco preistorico, fu spettacolare: i giganti preistorici furono trasportati per 125 miglia lungo il fiume Hudson, su una chiatta che permetteva a chiunque si trovasse sulla riva del fiume di godersi quell’insolito spettacolo.
“Per la prima volta in 70 milioni di anni” notava la rivista Popular Science “un branco di dinosauri percorrerà il fiume Hudson. Furono accolti da migliaia di spettatori e dalle imbarcazioni dei pompieri di New York, che spruzzavano grandi getti d’acqua.
La fiera fu un successo per la compagnia, che vide circa 10 milioni di visitatori varcare le porte di “Dinoland”, dove i dinosauri semoventi erano accompagnati anche da accurate descrizioni audio.
Il mitico “Dino”, star indiscussa assieme al T-Rex, era lungo 21 metri (o “56 bambini”, come diceva la pubblicità) e pesava circa 20 tonnellate.
Sinclair all’Expo: benzina, yacht e giocattoli “on demand”
Oltre al parco preistorico, la Sinclair aveva anche altre “attrazioni” e servizi presenti all’esposizione; tra questi, una modernissima stazione di servizio per i visitatori, a forma di ragno e dotata di insolite pompe “girevoli” dalle futuristiche forme arrotondate, e perfino un punto di rifornimento per yacht e imbarcazioni!
Idolo dei bambini, in ogni caso, rimanevano i dinosauri. E proprio i più piccoli potevano portarsi a casa una riproduzione dei giganteschi animali grazie a degli originali distributori automatici, che per 25 centesimi modellavano in tempo reale un dinosauro giocattolo in plastica, che si formava davanti ai loro occhi!
Anni successivi
Terminata la fiera mondiale, i dinosauri non smisero di viaggiare. Eliminate le componenti animatroniche, partirono infatti per un tour nazionale per gli Stati Uniti, presenziando anche ad alcune parate. In totale, percorsero 10.000 miglia attraverso 25 stati e 38 grandi città.
Terminata la loro “carriera”, la Sinclair offrì i suoi gioielli allo Smithsonian Museum, che tuttavia rifiutò. Il gruppo fu così separato, e i dinosauri trovarono casa in diversi parchi nazionali americani. “Dino” e il T-Rex, i due animatronici star dell’expo, si trovano tuttora al Dinosaur Valley State Park di Glenn Rose, in Texas. Tutti i loro “fratelli” furono alloggiati presso altri musei americani, con l’eccezione dell’Ornitholestes, che pare sia stato rubato e mai più ritrovato.
“Dino” oggi, fra cinema e parate
Passati gli anni ’60, superata la teoria dell’origine animale del petrolio, “Dino” non ha tuttavia perso la sua popolarità. Rimane tutt’oggi l’amata mascotte della Sinclair.
Nel 2015 e 2016 un pallone del brontosauro è riapparso alla parata del Giorno del Ringraziamento nella città di Macy, dove aveva già presenziato stabilmente negli anni ’60 e ’70, e sono numerosi i riferimenti e gli omaggi nella cultura di massa; il più famoso, forse, nella saga di Toy Story, dove il fittizio marchio “Dinoco” è un chiaro riferimento al gigante verde della Sinclair!
Marco Mocchetti
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