Arte e benzina: Esso e Mobil nelle opere di Hopper

Quando la benzina incontra l’arte

Scenari urbani. Edward Hopper è stato uno degli artisti che meglio ha saputo rappresentare, in pittura, il frutto e gli effetti che gli anni ruggenti hanno avuto in America sui suoi contemporanei.

Ha raffigurato il nuovo mondo della società dei consumi, caratterizzato da una diffusione a macchia d’olio dell’automobile e dei prodotti ad essa correlati; un’abbondanza che però, come bene emerge dalle opere dell’artista, ha cullato dolcemente la solitudine e l’alienazione dell’uomo della società industriale del primo Novecento.

Hopper, cronista perfetto e imparziale della società nuova

Nato il 22 luglio del 1882 a Nyack, un piccolo paese nello stato di New York, Edward Hopper ha vissuto sulla propria pelle l’evoluzione della società tra ‘800 e ‘900; una società piena di turbamenti di cui, nei suoi 85 anni di vita, è stato abile osservatore e silenzioso cronista.

Era il 1886, e l’artista non era ancora sbocciato (aveva solo 4 anni) quando arrivò la notizia dell’invenzione della prima automobile con motore a scoppio di Karl Benz; un dettaglio potreste pensare, ma che fu in grado di plasmare non solo l’identità di Hopper ma il mondo intero.

La carriera di Hopper ha avuto inizio fin da subito con la pittura. Ha studiato in America dove era nato, si è nutrito dell’atmosfera innovativa di una metropoli come New York ed ha vissuto e studiato in Europa a Parigi, centro nevralgico delle innovazioni del XX secolo; nei primi anni del ‘900, infatti, la capitale francese era il fulcro delle rivoluzioni artistiche ed intellettuali che hanno segnato la storia della comunicazione visiva.

Il primo decennio del Secolo ha visto la nascita di movimenti artistici come il Futurismo di Marinetti, che hanno fatto dell’automobile, simbolo dell’era contemporanea, anche il simbolo della propria arte e ideologia.

A differenza del Futurismo, però, l’approccio alla contemporaneità di Hopper non è stato parte di un’azione sociale attiva, né si può considerare come un elogio alle innovazioni del tempo; è stato piuttosto pura osservazione della realtà.

Paesaggi urbani

I paesaggi urbani sono i protagonisti principali delle opere dell’artista. Al pari della normalità legata alla visione di un albero o di un fiore, nelle sue vedute cittadine appaiono con naturalezza insegne di compagnie petrolifere e pompe di benzina. Gas, del 1940, è una delle opere più rappresentative del tema; offre una grande testimonianza storica di come le pompe di benzina erano fatte e di come arredavano le città verso la metà del XX secolo.

Edward Hopper
Gas (Edward Hopper, 1940) – Olio su tela – 66,7 x 102,2 cm – MoMA di New York

Ciò che vediamo in Gas non lascia dubbi di interpretazione. Un silenzio assordante. Un uomo solo in quella che sembrerebbe essere una stazione di servizio appena fuori città, in prossimità di un bosco che nulla lascia trapelare se non un senso di inquietudine. Colori accesi, resi vividi da una luce quasi artificiale fanno risaltare le protagoniste dell’opera: le pompe rosse di benzina tipiche della Mobil. E’ possibile intravedere il simbolo della compagnia americana nell’insegna illuminata in alto a destra – Pegasus, il cavallo alato. Hopper propone un uso audace dell’illuminazione ricreando in pittura gli effetti della più recente illuminazione al neon, creando così un’atmosfera drammatica.

Distributore di benzina Wayne in stile Art Decò (1936)

siano concreti: l’artista ha realizzato un collage di elementi frutto della sua immaginazione per comporre la scena. Al Museo Fisogni è possibile vedere dal vivo una vasta collezione di insegne storiche e distributori della compagnia; restaurati e riportati al loro splendore originario, sono frutto di un lungo processo di ricerca ed acquisizione da parte del fondatore Guido Fisogni.

Portrait of Orleans (Edward Hopper, 1950) – Olio su tela – 66 x 101,6 cm – Fine Arts Museum of San Francisco

Dieci anni dopo, Hopper realizza un’altra opera con un marchio petrolifero ben evidente.

Il soggetto in questo caso è un incrocio cittadino tra la Route 6 e la Main Street a Orleans in Massachusetts. Sulla destra, ben riconoscibile è l’insegna della Esso, una scritta rossa racchiusa in un ovale bordato di blu, che lascia intendere la presenza di una stazione di servizio, come possibile intuire anche dalla pila di pneumatici a bordo strada.  Ancora una volta, abbiamo quindi la testimonianza nell’arte di un’altra società petrolifera tipicamente americana, nata nel 1899 come ramo della Standard Oil.

Fotogrammi

L’immaginario del giovane Hopper è stato più che evidentemente influenzato dalla nascita del cinema nel 1895. Per l’artista il cinema non è stato solamente fonte di ispirazione o soggetto prediletto delle proprieraffigurazioni, ma molto di più.

Nella composizione delle proprie opere, Hopper rielabora soluzioni cinematografiche; si comporta proprio come un regista, che scrupolosamente sceglie l’ambientazione entro cui collocare i propri personaggi attraverso un sistema di gerarchie studiato ad hoc.

L’effetto? Scenari privi di enfasi, atmosfere dove il tempo è immobile, permeate da un silenzio disturbante; un silenzio di cui sono consapevoli anche i personaggi che abitano le inquadrature pittoriche, che si presentano come esseri congelati senza intenzione di comunicare tra loro.

Ogni dipinto è come un fotogramma isolato, come un episodio banale di vita quotidiana.

Ed è proprio da Wim Wenders, uno dei più grandi registi del cinema contemporaneo, che Edward Hopper è stato omaggiato nel 2020.

Two or three things I know about Edward Hopper (Wim Wenders, 2020) – Fotogramma del film

Il regista tedesco gli ha interamente dedicato un cortometraggio in 3D, intitolato Two or Three Things I Know about Edward Hopper e prodotto da Road Movies.

L’obiettivo ma anche il risultato è la completa immersione nelle opere del pittore americano, che per una volta prendono vita animandosi a 360°.

Il Museo Fisogni ospita la più grande collezione di pompe di benzina e materiali provenienti dalle stazioni di servizio al mondo; è il luogo perfetto nonché unico e reale per una vera esperienza a 360° nella storia e nel design!

Kimberly Fabbri

One thought on “Arte e benzina: Esso e Mobil nelle opere di Hopper

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Iscriviti alla newsletter

    Registrandoti, accetti l'informativa sulla privacy

    Seguici sui social