TUTTO INIZIA NEL 2022…
Tutto inizia nel 2022, quando a Tradate riceviamo una visita dal lontano Gas Station Museum di Teheran, in Iran; una delle varie realtà museali iraniane sul settore, legate alla National Iranian Oil Company (NIOC).
Le due visitatrici sono entusiaste della nostra collezione, ci raccontano del loro Museo nella capitale iraniana e ci invitano a ricambiare la visita. In breve, l’invito diventa una vera e propria collaborazione culturale. Ricerche e scambi di contenuti e, alla fine, il viaggio vero e proprio.
Ad aprile del 2023 riceviamo l’invito ufficiale a partecipare alla 27^ edizione dell’Iran International Oil Show, un’importante fiera di aziende del settore petrolifero in cui potremo presentare il nostro Museo.
A partire saremo io (Marco Mocchetti, responsabile culturale) e Nicolò Fisogni (amministratore del Museo e figlio di Guido). Guido Fisogni, data anche l’età, non verrà con noi, ma attende con curiosità e interesse tutte le novità dall’Oriente!
GIORNO 1
La partenza è per lunedì 15 maggio da Malpensa. Destinazione, Vienna. Qui, dopo aver pranzato con una discreta insalata di pollo e un riso e verdure abbastanza pesante, ci attende un Airbus per portarci a Teheran. A bordo, quasi tutti locali, ma anche qualche occidentale e perfino una coppia di italiani.
Arriviamo alla capitale iraniana alle 20:30 ora locale. Teheran, luminosa nel buio, si staglia sotto di noi. Un lungo serpentone di luce, che scopriamo poi essere una moderna autostrada a tre corsie, collega l’aeroporto con il centro città.
Sbrigate le formalità doganali e recuperati i bagagli (in tempo record… alla faccia di Malpensa, verrebbe da dire!), ci attende Ida Mofakhami, la nostra accompagnatrice (che lavora per il Gas Station Museum e che già avevamo conosciuto a Tradate), assieme alla sua manager. Ci guardiamo intorno: l’aeroporto sembra fresco e ordinato, con una hall dall’architettura moderna e quasi “esotica”.
Primo passo: il cambio valuta. In Iran – causa sanzioni – le carte di credito non funzionano, ed è necessario avere contanti a sufficienza. Decidiamo di cambiare una buona cifra, per andare sul sicuro: 1000€. In cambio di 20 banconote, l’addetto al cambio ci consegna, con nostro grande stupore, pile e pile di banconote. Colpa dell’inflazione (e forse, ci pare di capire, hanno esaurito le banconote di taglio più grosso).
Sentendoci un po’ Paperon de’ Paperoni, un po’ la Banda Bassotti che ha appena svaligiato un caveau, mettiamo il “malloppo” nello zaino e veniamo accompagnati fuori dall’aeroporto, dove ci attende… una vecchia Peugeot a tre volumi, probabilmente una 405.
L’autista, molto simpatico, accoglie noi e Ida nel suo taxi e ci dirigiamo verso l’hotel, a circa un’ora di distanza dall’aeroporto. Il viaggio nella notte iraniana è pacifico, magico e al tempo stesso surreale, con l’autoradio che alterna musica locale a “Felicità” di Al Bano e Romina: un’altra gentilezza per farci sentire a nostro agio, un classico della canzone italiana internazionalmente riconosciuto.
I nostri accompagnatori ci spiegano l’importanza della storia iraniana e della cultura locale. Sulla destra, sfreccia veloce uno sfarzoso edificio, il mausoleo di Khomeini.
Più ci avviciniamo al centro, più il traffico aumenta. Ed ecco che, senza sorpresa, ci ritroviamo imbottigliati nel più classico degli ingorghi mediorientali, con auto (perlopiù di marchi a noi sconosciuti, ma anche tante francesi) che si immettono in ogni direzione e motorette di tutte le dimensioni che si insinuano in ogni pertugio. I semafori, però, sono meglio che da noi: luminosi e ben visibili, dotati di grandi timer a LED che indicato il tempo rimanente prima del rosso (o del verde). Agli incroci ci sono alcuni lavavetri ambulanti, e ci inteneriamo nel notare anche qualche bambino con secchio e spazzola in mano.
Arriviamo all’hotel, uno dei migliori della capitale, in cui hanno soggiornato anche numerosi diplomatici stranieri. Al check-in ci accolgono con un “buonasera” e ci trattengono i passaporti. Una prassi consolidata, certamente, ma che non ci lascia privi di qualche ingenuo timore.
Data l’ora tarda, decidiamo di non cenare e ci immergiamo in un sonno quieto, disturbato giusto da una zanzara. Siamo davvero a Teheran, nel cuore del Medio Oriente, e quasi fatichiamo a crederci! Leggi la puntata 2!
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Marco Mocchetti